venerdì 25 marzo 2011

Che schifo

Che schifo, voglio scrivere ma non ne ho voglia, vorrei essere bravo ma non ci riesco. Mi fa schifo, sono annoiato, la vita è appiccicosa e non cammina, non si muove, sembra asfalto fuso. Catrame fra le mie mani e nei miei polmoni, accendo un altro minuto che regalo all'aria. Sono rimasto solo fra queste quattro mura, mi sento claustrofobico ma sono troppo pigro per uscire; mi lamento e mi da fastidio, non dovrei. Dovrei tacere, dovrei improvvisare, dovrei essere migliore, dovrei tutto; ma che palle, non ne ho voglia. Basta, e scusate.

venerdì 11 marzo 2011

Quieti, rimanete calmi.

Ma la sana rabbia, quella che butta
sabbia negli occhi, che mi da tutta
la forza di cui ho avuto sempre bisogno
dove cavolo è finita, cosa ne è rimasto
ora, del nostro sogno? Io ho ancora veleno
che scorre nelle mie vene, lo nutro
ogni giorno dandomi in pasto al ventre dei leoni,
guardando in faccia quei signori di cui ancora mi vergogno,
che rappresentano cosa sono e sono stato,
che rappresentano lo Stato nel loro completo
che sono me, te e tuo fratello, ogni nostro avo.

Abbiamo perso la dignità quando abbiamo ucciso
la verità in cambio del riflesso di narciso;
quando abbiamo abbassato la testa
fino al fango per un invito.
Guardatevi le mani, quello è il sangue
che i nostri avi hanno versato per un diritto
che adesso langue perché voltate lo sguardo e andate dritto,
ignari di aver venduto la vostra libertà
all'avidità per un solo pezzo di pane.

Guardatevi ora nel riflesso che avete comperato
sguardi da soldato senza cerebro che fanno senso,
che chiudono la mente davanti a ogni diritto violato.

Guardatevi e datevi la colpa,
perché se oggi il mio paese muore, penso,
che la colpa sia soprattutto nostra.

martedì 8 marzo 2011

Sono stanco.

La stanchezza mi invade come dolce veleno che scorre lento e non mi uccide, oggi non ne ha voglia.
Le palpebre lo sanno, si sciolgono in un abbraccio morbido che culla la mia vista, la realtà è fatta di sapone. Le mie mani di bolle pigiano lente sui tasti di ciò che voglio dire ma non ne seguono il ritmo: torno indietro, ricomincio, rifaccio, riscrivo identica due volte la stessa frase. Stesse parole, stesso ordine; e il significato? Completamente diverso, ma solo io posso saperlo.
La stanchezza parla con la mia voce, scrive i miei pensieri, l'inerzia regna nel mio mondo che esplode; eccola, una bolla si dissolve, il mio mignolo sta sparendo. Nove dita ancora, non mi rimane molto tempo. L'anulare, il mignolo dell'altra mano, un medio; sei, solo sei dita ancora.
Bolle, bolle ovunque; lacrime viscide nel mio midollo che risalgono fino al cranio, il mio cervello che si gonfia come pane a lievitare. A cosa mi servono le dita che mi rimangono, le mie sei dita, se il cervello può svanire così, da un momento all'altro?
Non ho più tempo, forse non ne ho avuto fin dall'inizio; non rimaniamo che io e la mia stanchezza.
Ora si, che ho finito di lottare.

sabato 5 marzo 2011

Cazzo se mi sento solo.

Guardatevi attorno; vedete niente
di così familiare, fra la gente
e le case, le tende e le strade,
da ricordavi veramente chi voi siate?

Io vedo solo quello che non sono,
niente luce, niente suono
che io possa riconoscere come proprio
del mio petto, o anche solo del mio tetto.
Sono diversi da prima; guardo il soffitto e ci parlo fitto.
Mi dice sicuro, volgare e senza rispetto,
che questa è la vita e che è in affitto.

Voglio tornare a quello che mi manca,
ho bisogno del mio posto vecchio come il mondo
che mi racconti chi sono, chi ero;
voglio i miei giochi, rivoglio la mia sbatta;
ho bisogno del mio universo tutto tondo
fatto di quel che non vedo più, ma che vedevo.

Mi guardo intorno ed è tutto nuovo;
io non ho nessuno.
Cazzo se mi sento solo.

Voglio.

Voglio un cuore che mi batta fra le mie mani
che batta come il mio.

Voglio qualcosa che mi possa assomigliare
senza che io mi debba guardare in uno specchio,
voglio la mia immagine da vecchio
stampata a fuoco nelle retine del tempo,
voglio che la mia rabbia cieca
finalmente acquisti un senso.

Voglio vedere la realtà senza il suo velo
voglio la verità nel senso suo più puro
voglio, voglio, voglio, voglio quello che mi spetta
voglio il diritto umano,
voglio la vita e la voglio tutta.

Voglio un cuore che mi batta fra le mie mani;
voglio che si sostituisca al mio.