sabato 14 agosto 2010

Perché domani sarà meglio.

E' solo questione di ottica. L'ho sempre ritenuta il fulcro della realtà e, ora che veramente vedo il cambiamento, non faccio che convincermi sempre più di aver avuto ragione fin dall'inizio: una buona vista è tutto nella vita dell'uomo. Ma sì, un occhio ben allenato e in piena forma è meglio del guercio che non vede, meglio dello sfuocato che non distingue, meglio di chi vede solo da troppo vicino o solo da troppo lontano: è un po' come i punti di vista. Sono sempre troppi rispetto a un fatto univoco e spesso decontestualizzano o depauperano di significato l'evento in quanto tale; ma sono impossibili da eliminare perché, vuoi o non vuoi, se conosci qualcosa te ne fai un'opinione. E come per la vista, anche il punto di vista cambia in base all'allenamento, cambia in base alle convinzioni e alle informazioni, cambia in base alla persona: c'è chi guarda troppo da vicino un accadimento e ne vede solo il particolare, c'è chi lo ignora completamente, non vedendolo; c'è chi lo guarda a distanza e lo vede nel complesso, ma si priva del piacere di sfiorarlo. Infine c'è chi lo guarda bene, lo guarda al meglio, ne racconta ciò che impara ma non viene mai creduto: in un popolo di ciechi chi ha un occhio solo non è re, è pazzo, perché racconta ciò che gli altri non possono vedere. Ma non è necessario curarsi dell'essere considerati pazzi, la normalità è il freno tirato all'intelletto, lo sappiamo bene tutti noi: è solo un punto di vista, un'insignificante opinione, un macigno sulla nostra testa però. Domani potrebbe essere peggio, ma io lo vedo al meglio, splendente come non mai; l'ho detto e lo ripeto, è questione di ottica.