martedì 30 novembre 2010

400mila anime in movimento.

Corpi, menti, voci. Parole che aprono l'aria come fossero coltelli, idee come lampi che illuminano il cielo d'Italia.
Sono ore di sangue che bolle nelle carotidi, nuovo ossigeno a polmoni che avevano smesso di respirare. Carta e inchiostro in mano al futuro di un paese che futuro non ne vuole, ora tocca a noi, solo a noi.
Voi avete le domande, i giovani sono le risposte.


RESISTENZA.

lunedì 29 novembre 2010

L'universo non dorme mai

Torpore mattutino... non è nient'altro. Il calore tiepido del caffè appena fatto, i pensieri che si espandono nella mente raggrinzita dal sonno, che stenta ad abbandonarmi; le mani incerte che raccontano la percezione indefinita di una realtà che non ha dormito; il mondo non ha sonno, l'universo non dorme mai.
L'acqua che scorre lenta sulla pelle delle mie braccia, le gocce sul mio capo; l'aria fredda e il fumo che lento esplode dai miei polmoni si mescolano in un indefinito gioco d'abbracci, senza fondersi mai del tutto, senza diventare mai una cosa sola.
Io e il mio universo siamo così, fusi e distinti insieme, nel dormiveglia che mi accompagna ancora per qualche minuto, per qualche istante almeno.
E poi? E poi io mi sveglio completamente; ritorno io, solo io, diverso dal resto, differente in ogni mia parte dalla realtà che mi circonda, altro da ciò che ero solo un momento fa.
Ero tutto e ora sono solo uno, troppo sveglio per il mio universo che fonde, nel calore del mio caffè. Troppo sveglio per il mio universo che non dorme mai.

domenica 28 novembre 2010

E' noioso.

A volte guardo la mia vita e non penso a nulla, nulla di veramente importante; guardo i momenti salienti del talk show della mia esistenza, osservo le baruffe, i litigi, i pianti: ed è tutto così noioso, monotono all'inverosimile.
Le vite d'altri sono così strane, così poco uguali alla mia, che sembrano tutte provenire da un universo diverso da quel buco freddo e privo d'aria in cui vivo io. Eppure sembrano qui, sembra che s'intersechino con la mia vita continuamente, senza però lasciare nulla di sostanziale alla fine di ogni mia giornata; quasi come non ci fossero state, o non ci fossi stato io.
In realtà, mi dicono, non c'è tutta la differenza che percepisco, siamo tutti imprigionati nelle stesse gabbie putride del tempo perso, senza possibilità d'uscita; ma a me da fuori, ad essere sincero, non sembra tutto così affine. A me non viene da ridere ora, mentre voi ridete per fatti vostri, a me non viene da piangere mentre voi soffrite; così come voi non ridete e non piangete, quando rido e piango io.
Dov'è allora la somiglianza che mi raccontate sicuri? Io non la vedo, non la vedo affatto; e quindi torno in me, dove tutto è così noioso.

sabato 27 novembre 2010

Sceglie da solo

Perde d'intensità, non riesco a fermarlo.
Il mio sguardo vaga nella nebbia e
a volte senza motivo, ad un tratto,
da solo,
perde d'intensità.

Sono sicuro, non è la nebbia spessa,
né la foschia che avvolge le mani
e i pensieri: è lui, è lui che sceglie,
da solo,
e ora... ora decide di morire.

Le ombre pesanti avanzano lente,
o meglio è luce che va via
da quel che vedo; è buio, e si sente.
Sono da solo,
e l'oscuro non è mio amico.

No, non lo è affatto.