giovedì 23 dicembre 2010

Odio.

Io lo odio veramente. Non sono solo le mani che si muovono freneticamente immaginando la sua gola, non è solo il sangue che affluisce torrente nelle mie tempie; così sarebbe rabbia, rabbia soltanto. No, è molto peggio; è un sentimento che cresce nel petto, lento, che apre le costole come fossero fatte di burro e sale. E' il cervello che spento smette di reagire, una lama trafigge le meningi, liquido che si riversa putrido nel mio cranio; è voglia di vederlo morto. Ma la ragione ovviamente impone il rispetto per la vita umana, ovviamente allontana anche solo la possibilità di un'azione lenitiva, anche solo di un graffio. C'è chi direbbe di essere troppo signore per alzare le mani, io no, sono solo troppo fiero della mia intelligenza; però poi, qui, mentre rielaboro, la mia carne riassorbe il veleno, in toto, completo. E fa male, dio se fa male.

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