Io sono il Passeggero, mi presento.
Sono il posto vuoto nel treno della tua vita
che corre sopra un binario morto;
finestrino chiuso ed appannato
che non ti fa godere del paesaggio.
Stringo la tua mano nella mia fredda e sudata
di mille viaggi, da cui non sono mai tornato.
A te la mia memoria.
Inchiostro fresco sopra al biglietto
macchia le dita;
sono macchina obliteratrice fuori uso
che ti sorride.
Caldo e freddo, io sono il nervoso.
Il vicino che non ti fa dormire;
io, fastidio del tuo posto scomodo.
Piacere, il mio nome è Passeggero.
Il tempo mio è nelle ore che non passano,
voce in catene nel lettore scarico
nella tua borsa,
a cui non riesci a non pensare.
Guardala, la mia bocca è controllore.
Vagone che oscilla,
ascolta il senso di nausea:
la cabina troppo stretta come torace,
le mani che tremano sono il mio cuore.
Io sono claustrofobia.
Il mio corpo è treno tutto
che deraglia;
resisti, sono solo un passeggero.
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Me lo sono proprio figurato questo vagone... e dentro c'era tutta l'angoscia del mondo. Compimenti Luigi
RispondiEliminaSi è sempre passeggeri di qualcosa :-/
RispondiEliminaMolto bello