venerdì 16 luglio 2010

Caldo umido.

Un manto denso avvolge le mie mani mentre scrivo queste parole; perle di sudore sulla mia fronte, gli occhi si chiudono e il solco delle lacrime amare dei giorni andati si riempie di nuovo sale.
Un altro passo della mia vita, un altro momento dimenticato fra gli anni passati della giovinezza più pura e quelli ancora venuti della maturità più piena: e cammino, una corsa in folle dove solo la gravità conduce il mio moto lungo la discesa. Non uno schianto, non un momento di pausa; le gambe cedono, il respiro affannoso non restituisce ossigeno a queste membra lacerate dalla lama del vento e del tempo perso.
Non posso guardarmi indietro, ma non ho nemmeno possibilità di guardare innanzi; non sono che un attimo della mia vita, un momento dell'appiccicoso divenire dei processi vitali che con costanza nutrono il mio corpo.
Io sono l'aria che respiro in questo momento, sono la pelle delle mie mani.
Io sono il caldo umido che ora mi avvolge.

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